GLOBALALIA DI TREVOR WISHART
Romina Daniele
10/3/20117 min leggere
Commissionata da Folkmar Hein e premiata presso il berlinese Inventionen nel 2004, questa composizione di 29 minuti si basa sull'utilizzo in chiave elettroacustica di sillabe prese da 26 differenti linguaggi.
Originalmente disponibile su dvd, è oggi disponibile su CD, con la pubblicazione 3 Compositions, Flyng Swimming, 2010, fs00005; le altre due composizioni contenute sono di Rashad Becker e Haswell & Hecker (Rif. 1).
Sulla linea di studio e ricerca intrapresa dal compositore sin dagli anni Settanta, sulla composizione elettroacustica fondata sul rapporto tra la vocalità umana e le tecnologie (analogiche prima, digitali poi) e sulla vocalità in sé come vocalità estesa, le qualità specifiche della voce
rappresentano la base per lo sviluppo organizzativo del materiale anche di questo recente capolavoro wishartiano, che abbiamo avuto modo di ascoltare in presenza del suo autore non molto tempo fa, assistendo alla presentazione ad opera di quest'ultimo (Rif 2).
Il compositore ha preso in esame le qualità uniche e proprie di ogni individuo e soggetto vocale, come altezza, ritmo, tempo, velocità, danti luogo ad un "gesto del discorso" (gesture of speech) indipendente dall'intelligibilità e del tutto sonoro. L'estrazione di certe sonorità intrinseche avviene tramite la registrazione, a cui segue poi la selezione di certi tipi di musicalità; per cui il compositore si è impegnato a combinare i suoni armoniosamente, e a generare sensazioni di altezze attraverso particolari combinazioni sillabiche; così come si è impegnato sulla sensazione di rumore, e sulle sfumature rumoristiche proprie di ogni voce, di quando una voce cambia tono, è intervallata dal respiro o sospiro, di quando cambia improvvisamente altezza o umore.
Il concetto di "unicità" dell'opera elettro-acustica si afferma sempre di più procedendo lungo la produzione di Trevor Wishart, da Red Bird per il tramite del Vox Cycle alle opere più recenti, e in particolare a Globalalia (Rif. 2). E si intende qui l'unicità come fondamento dell'opera d'arte sonora che non è quella improvvisativa o performativa nel senso che essa non si ripeterà più allo stesso modo; bensì è quella della materia fissata e processata, nel senso che la sua esistenza in una determinata forma unica (frutto del lavoro compositivo) coincide con quella del mezzo tecnologico. Ricordiamo in tal senso quanto già affermato da Denis Smalley: «La forza della musica elettroacustica risiede nel fatto che essa, diversamente dalla musica tradizionale occidentale, non può subire la riduzione a un sistema di notazione, evitando così il pericolo che la scrittura musicale possa essere considerata come un'entità separata, un sostituto dell'esperienza percettiva (...) La conoscenza intuitiva del gesto fisico umano coinvolto è inestricabilmente legata alla nostra conoscenza della musica come attività.» (Rif. 3.) Ed in tal senso, l'unicità elettroacustica di Trevor Wishart trova il suo emblema nella composizione prodotta tra il 2003 e il 2004, Globalalia, il cui titolo è un neologismo dell'autore che unisce l'aggettivo "global" (globale) al sostantivo "glossolalia"; e in cui infine si presenta "la danza universale del linguaggio umano, come rivelato nelle venti storie di ogni dove, parlate in lingua."(Rif. 4)
Il brano di 29 minuti si basa sull'uso di sillabe tratte "da quasi tutte le lingue del mondo" e sulla combinazione strutturale delle stesse attraverso il computer con il fine di estrarre la loro musicalità intrinseca. La selezione degli ottomila e trecento suoni registrati è avvenuta su diversi livelli: in base alle qualità delle diverse voci e lingue, colte in determinati momenti dai quali dipendono altezza, ritmo, tempo, velocità; ovvero ai vari modi dei parlanti in relazione sia alle stesse caratteristiche delle diverse lingue che alle personalità, che infine alle proprietà specifiche dei frammenti di enunciati. La selezione è avvenuta attraverso una catalogazione svolta all'interno del Computer DesktopProject (CDP) - programma sviluppato dal compositore (Rif. 5) -, e lo sviluppo del materiale si rifà, nell'ambito della wishartiana concezione mitica, al dispositivo narrativo delle storie di Mille e una notte.
Ad una considerazione generale dell'opera di Trevor Wishart, la composizione raggiunge le vette rappresentative e metaforiche di ciò che l'autore definisce "gesto discorsivo" con riferimento diretto alle sonorità della lingua (qualsiasi lingua) emancipate da qualsiasi significazione; è infatti questo il collegamento diretto tra il ciclo Vox, e la sua condizione mitica, e l'ultima opera nei termini specifici di un discorso sulla lingua e sul linguaggio. Dalla natura alla voce, alla voce-natura dei primi lavori sino al Vox Cycle, ai personaggi noti delle composizioni successive, alla voce di tutti e di nessuno di Globalalia (Rif. 1). In particolare, sono queste le tappe del lavoro wishartiano che possiamo riferire rispettivamente alle composizioni: Red Brid, Anticredos e Vox Cycle, Two Women, Globalalia (Rif. 1). - Precisiamo che Red Bird e Anticredos hanno costituito delle tappe importanti per il raggiungimento di questo traguardo compositivo; l'uno per tutto ciò che riguarda lo sviluppo di processi specifici di trasformazione del suono che, avvenuti allora in analogico, sono stati poi trasporti al digitale e perfezionati con il ciclo Vox, e in particolare con il quinto movimento; l'altro per quanto riguarda lo sviluppo di un approccio compositivo e notazionale per ensemble vocale, e il rapporto tra i suoni naturali e/o urbani e la voce umana.
È immediata l'individuazione dei due momenti particolarmente forti, Vox Cycle e Globalalia. Laddove nel Vox Cycle tutte le ricerche sul suono si coniugano con una visione strutturata di ensemble vocale e suoni naturali, dalle ramificazioni molteplici; in Globalalia tutto questo persiste, ma il "discorso immaginario" - basato sull'articolazione di sillabe prive di senso, secondo le costruzioni sonore del compositore - che costituisce il flusso di articolazione para-sillabico, linea fondamentale nello sviluppo di tutti i movimenti del ciclo Vox, e portante la lettura del vocalista dell'ensemble, lascia il posto al discorso para-linguistico per eccellenza, la cui costruzione non segue nessuna linea se non il discorso musicale stesso, e rappresenta l'insieme vocale oltre ogni ensemble precostituito o tecnica vocale estesa.
Si tratta di una visione in cui le lingue tutte si annullano nelle pure sonorità che dunque uniscono il gruppo sociale oltre ogni limite; così come le lingue dividono gli individui fino ai limiti opposti. In tale spazio elettroacustico l'uomo è tutt'uno con il gruppo, a sua volta eletto a unico gruppo, così come nello spazio del mondo, ciò che hanno in comune i vari gruppi è l'incapacità di comunicare, con lingue o linguaggi. Ecco perché, d'altro lato, in tutti i tipi di interpolazione - tecnica, che va individuata dal punto di vista compositivo come fondamentale in tutta la produzione di Wishart -, questa è sempre tra la voce e qualcos'altro di naturale al mondo. In particolare, il passaggio dalla voce estesa oltre ogni lingua e i codici di utilizzo - le sillabe selezionate da tutte le lingue -, verso una voce in tal senso globale che tra le due opere si attua, fa riflettere sulla dualità alla base dell'approccio alla voce e alla vocalità in Wishart, e rende questa dualità più esplicita. - Il riferimento qui è al rapporto dialettico nel processo compositivo di cui abbiamo parlato già in altra occasione (Rif. 2) tra composizione e performance attuato dal compositore, ovvero tra improvvisazione dei suoni vocali in prima persona con registrazione degli stessi e composizione vera e propria in chiave di montaggio ed elaborazione elettroacustica; procedimento attuato in particolare per le composizione Red Bird e Vox V. - A differenza di quest'ultimo, nel primo, le voci sono anche di Pippa Pierce, Poppy Holden, Graham Treacher Voice, Hugh Bernays (Rif. 6). -Laddove, ad eccezione di ques'ultimo, tutti i movimenti del ciclo Vox necessitavano di una notazione nella misura in cui erano destinati ad un ensemble e alla performance, Globalalia non ha in tal senso alcuna necessità se non quella di registrare le voci dei parlanti; da cui il suo carattere di emblema del concetto dell'unità elettroacustica, in rapporto all'utilizzo della vocalità umana. Dopo di che il compositore in studio cataloga le voci come farebbe con i suoni.
In tutta linea con Vox, infine, contestualmente all'affermazione della fusione corale del gruppo possibile solo nell'indifferenziazione delle lingue, Globalalia nega ogni esistenza di tale coralità del gruppo al di fuori del processo costitutivo dell'opera, ovvero della sua sostanziale unicità elettroacustica. In tal senso l'utilizzo della vocalità, e il disfacimento di tutte le sue referenze, costituisce il pretesto attraverso il quale, in una condizione mitica globale, il compositore afferma la sua presenza di creatore. Come dichiara il compositore, a partire da Vox Cycle, egli inizia ad interessarsi a "cosa significa essere umano e quindi [si intende: pertanto] a cosa significa la voce umana" (Rif. 7). Essa è il potere dell'individuo; e nell'oggettivazione dello stesso - nella globalità del flusso di linguaggio sonoro -, al suo opposto è la volontà autoriale con la sua propria lingua a dare luogo alla composizione elettroacustica.
È possibile in tal senso dare luogo ad uno schema - il catalogo alla base di Globalalia - che si riferisca alle proprietà sonore, "sopra-linguistico", da leggere sganciando i disegni - le sillabe - dal rapporto con la lingua. [R. Daniele]
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LIVING VOICE - WORKSHOP CON TREVOR WISHART (2011.07.30)
Riferimenti:
1. Ogni informazione sulla pubblicazione con i link per l'acquisto sono al sito web del compositore alla pagina http://www.trevorwishart.co.uk/publ_rec.html
2. Rif. Workshop di Trevor Wishart presso la Fondazione Cini di Venezia, promosso dal belga Istitute of Living voice, nell'ottobre 2010; sull'argomento abbiamo scritto su questo sito alla pagina relativa.
3. D. Smalley, La spectromorphology: une explication des formes du son, in "Louise Poissant (ed.) Esthétique des arts médiatiques." Tome 2, 1995, pp. 125-164; Ars Sonora, No. 8. Paris: Ars Sonora/CDMC: 63-114 [tr. it. La spettromorfologia, una spiegazione delle forme del suono (I), in "Musica/Realtà", Anno XVIII, numeri 50, LIM, luglio 1996, p. 125.]
4. T. Wishart, Globalalia, note di copertina.
5. www.composersdesktop.com/about.html
6. 1973-77: Euphonie d'Or, Bourges Festival; Red Bird/Anticredos, cd, UK, October Music, 1992.
7. T. Wishart, Intervista condotta dalla London Sinfonietta in data 2009.01.01 edisponibile online al link: http://www.londonsinfonietta.org.uk/lsfaudio/london-sinfonietta-podcast-6-trevor-wishart